Folia (Omaggio a Aldo Clementi) è un vagabondaggio spiraleggiante con ritorno a casa assicurato (un vagabondaggio privo di avventura, dunque), ma a una casa sempre un po’ straniera (mai completamente sentita come “propria”). Un vagabondaggio “domestico” e ambiguo nello stesso tempo, nel quale la possibilità della scoperta – tipica, e dichiarata, del viaggio di avventura – non è esclusa, ma è riservata agli oggetti consueti di un consueto vagabondare, ai quali viene posta, con la sorpresa di una ri-scoperta o la decifrazione di un enigma perennemente da svelare, la curiosità del viaggiatore. Un viaggiatore non avventuroso, ma attento. In un gioco di ripetizioni, varianti, sviluppo microstrutturale di una cellula iniziale e di apparizioni di nuovi elementi per allargamento del “raggio di camminamento” del viandante compositore, come quella di due oggetti cristallizzati attorno alle note La e Do che si fanno via via più importanti, quasi a trasformarsi in persona incontrata durante il cammino e in un momento di dialogo con lei. Situazione tipica del pellegrinaggio o dell’ascesa a un monte, nella quale la storia o la natura ci staccano dalla realtà quotidiana e ci permettono di costituire un rapporto profondo con un compagno di viaggio incontrato momentaneamente forse per caso, e che si è certi di ritrovare.
S.G.